Alfa Romeo: La Montreal arriva… lentamente
Per l’Alfa Romeo, l’alba degli Anni ’70 è arrivata con uno strascico dei ’60: al Salone di Ginevra è stata infatti presentata la versione ‘quasi’ definitiva della Montreal, una coupé di livello elevato, già apparsa in versione prototipo all’Esposizione Universale di tre anni prima.
È una storia un po’ complicata per una delle auto di maggiore prestigio realizzate dall’Alfa; purtroppo non ha avuto il successo che avrebbe meritato, a causa degli anni trascorsi tra la progettazione del prototipo e la effettiva commercializzazione, avvenuta solo nel 1972.
Nel 1967 l’Esposizione Universale si era tenuta a Montreal e l’Alfa Romeo era stata invitata dagli organizzatori a presentare un nuovo modello che rispecchiasse ‘la massima aspirazione dell’uomo in fatto di automobili’. Una richiesta di grande prestigio, perché l’Esposizione non era strettamente dedicata alle auto e l’Alfa era stata l’unica Casa a ricevere l’invito. Partendo dalla scocca e dalla meccanica della Giulia GT 1600, l’Alfa aveva quindi progettato un’interessante granturismo, inevitabilmente battezzata Montreal, e ne aveva affidato lo studio dello stile alla Bertone, che a sua volta si era avvalsa della fantasia di Marcello Gandini, fresco reduce dal successo ottenuto con la Lamborghini Miura.
Rispetto a quest’ultima, la Montreal rivelava tutt’altro che un’impostazione radicale: aveva un carattere sportivo ma non esasperato, con una vocazione evidente ai viaggi veloci e comodi. L’auto aveva comunque ottenuto l’effetto desiderato e, sulla scia del successo canadese, il presidente Luraghi ha dato parere favorevole alla costruzione in serie della Montreal, sviluppata però con un motore V8 di 2593 cc (alesaggio e corsa 80×64,5 mm), derivato da quello della biposto 33 da corsa, modificato per renderlo ‘docile’ ed elastico.