A FERRARI NON SI DICE NO
Nel maggio 1960, fresco di laurea il giovanissimo ingegnere Mauro Forghieri entrava in Ferrari. Il racconto appassionato di una relazione di lavoro durata ben 27 anni. La Ferrari nel cuore di Mauro Forghieri.
All’alba degli Anni ’60, la Ferrari entrava nel suo 14° anno di vita ed era già un fenomeno a livello planetario, grazie alle quattro vittorie nel Campionato del Mondo di Formula uno, agli altrettanti successi nel Mondiale Costruttori Sport e alla produzione di affascinanti e incomparabili automobili stradali. Enzo Ferrari aveva raggiunto il sogno della sua vita e non si sarebbe mai arreso. Eppure quell’azienda, che viveva stabilmente sotto i riflettori, continuava a navigare a vista. Le 933 auto prodotte tra il ’47 e il ’59 non erano sufficienti per sperare in bilanci sereni, mentre l’attività agonistica, pur sorretta dagli ottimi ‘ingaggi’ degli organizzatori di corse, era un pozzo senza fondo. Il costante controllo delle risorse economiche da parte dello stesso Ferrari e la sua capacità di motivare al massimo tutti i dipendenti, spiegavano, almeno in parte, gli ottimi risultati raggiunti.
Nelle famose ‘riunioni del martedì’, nelle quali erano coinvolti i collaboratori più stretti, Ferrari non nascondeva mai le difficoltà del lavoro, sicuro che nulla sarebbe trapelato all’esterno (pena l’immediato licenziamento) ma con la certezza che il metodo avrebbe stimolato l’orgoglio di chi faceva parte di un marchio vincente. Questa azienda, dalle caratteristiche uniche, nella primavera del ’60 ha accolto un ingegnere neo-laureato, il modenese Mauro Forghieri, destinato a legare per 27 anni il proprio nome alla affascinante storia del Cavallino più famoso del mondo.
“LA FERRARI NEL CUORE” – Il libro
La storia degli anni d’oro della Ferrari, quando il Commendatore era ancora il capo assoluto di Maranello e l’ingegnere Mauro Forghieri progettava le vetture che hanno portato al titolo iridato di Formula uno Surtees, Lauda (due volte) e Scheckter, oltre che le ‘biposto’ Sport delle epiche sfide con Ford e Porsche.
Un racconto ‘a quattro mani’, corredato da numerosi documenti personali conservati dall’ingegnere Forghieri, dalla lettera di assunzione del 1960 (mansione: ‘impiegato tecnico di 2° categoria’), al messaggio ‘telex’ inviato dallo stesso Ferrari, alla vigilia del GP d’Olanda 1984 al suo responsabile dell’attività in Formula uno, per confermargli la propria fiducia ‘assoluta’. Una soddisfazione personale per Forghieri, purtroppo anche la conferma che l’ormai 86enne Ferrari stava perdendo il controllo degli avvenimenti, senza più la possibilità di garantire al ‘suo’ ingegnere l’assoluta indipendenza dalla ‘correnti tecniche’ che stavano emergendo.
Il recente film ‘Le Mans ’66 – La grande sfida’, per l’ingegnere Forghieri è stato invece lo spunto per inquadrare in tono pacato ma più verosimile, quegli avvenimenti, riportati sul grande schermo con una visione inevitabilmente ‘di parte’ e con numerose aggiunte di fantasia.
Tra le innumerevoli sorprese del volume, il progetto di una Formula 1 turbo, datato 1/6/1976, che costringe a rivedere la storia in merito alla scelta di utilizzare la sovralimentazione in Formula uno, fino ad ora attribuita alla sola Renault che ha debuttato nel 1977.
Un intero capitolo è stato invece dedicato alla Ferrari 275 GTB, ultima vettura di produzione ‘firmata’ da Forghieri, quando i settori ‘strada e corse’ erano ancora uniti. Una vettura che l’ingegnere ama particolarmente, tanto che ha conservato e pubblicato il documento originale, che riporta le caratteristiche di tutti gli esemplari costruiti. Sorprende quante poche siano le vere versioni ‘Competizione’ a dispetto di quelle… attuali.