CALCETTO PER TUTTI:
INTRODUZIONE AL CALCETTO

Calcetto: Perchè scrivere questo manuale?

Ho letto la vita dell’ingegnere Alberto Marvelli da Rimini, un giovane vissuto nel periodo bellico, cattolico fervente, uomo di fede e di profonda interiorità, inserito nell’Azione Cattolica, nell’attività di parrocchia e nell’attività dell’oratorio.
Morto a soli 28 anni in un incidente stradale, è in corso un processo di beatificazione. Giovanni Paolo II lo ha definito autentica figura di laico cristiano che si è dedicato senza riserve alla costruzione del Regno di Dio nella famiglia, nella cultura, nella politica, nello sport. Egli quando parlava dell’oratorio diceva: “Il calcio è da sempre la grande attrattiva dei giovani”.

Per spiegare il valore del calcetto in oratorio vale la pena ricordare che il calcio è da sempre la grande attrattiva dei giovani. Accanto alla chiesa c’era un campo non regolare, ma sempre affollatissimo non solo dai ragazzi frequentanti il catechismo, ma anche da quelli che venivano dalla città. Il campo dell’oratorio offre anche lo spunto per una serie illimitata di giochi: si gioca a palline, a soldatini, a figurine, a nascondino, a guardie e ladri. Sono giochi liberi, gestiti dalla fantasia dei ragazzi, garantiti dalla serietà dell’ambiente.
A questi giochi si aggiungono quelli organizzati dagli animatori e proposti in particolari circostanze, corse nei sacchi, gare sui trampoli, ecc… Si gioca a pallavolo, ping-pong, ma soprattutto a calcetto, dove vengono spese le maggiori energie.

L’educatore è un ruolo fondamentale in oratorio; egli spesso gioca con loro ma se ci sono troppi ragazzi che desiderano giocare in squadra si ritira e cede il posto. Fa l’arbitro per evitare che succedano litigi, contestazioni e si dicano parolacce.

Vorrei commentare i pensieri di Alberto Marvelli riferiti al valore educativo del calcio a 5 in oratorio.
“… Il calcio è da sempre la grande attrattiva dei giovani…” passano le generazioni, le mode, ma il giocare al calcio è sicuramente il gioco preferito in assoluto dai ragazzi; questo è un valore che va coltivato, non esiste nessun gioco dove occorra dire “adesso basta, avete giocato abbastanza…”

Il calcetto nasce negli oratori; si diffonde, nel corso degli anni, nelle strade, nelle polisportive, nelle scuole. Oggi è diventato una disciplina regolamentata e altamente diffusa in tutto il mondo.
Il calcetto viene praticato da una fascia di giocatori/giocatrici molto ampia, si gioca per i più svariati motivi, per semplice divertimento, per tornei occasionali fino a diventare uno sport professionistico dove si svolgono anche gare internazionali. Ho pensato di scrivere questo manuale, frutto di esperienze pratiche provate sul campo, per offrire un supporto semplice, fruibile da allenatori e giocatori onde praticare questo bellissimo sport con le competenze adeguate in modo sempre più divertente.

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Il calcio a 5… o affettuosamente “calcetto”

Il bambino è cresciuto forte e robusto, ora frequenta l’università a pieni voti, avrà una brillante carriera.
Il bambino, di cui si parla in senso allegorico, è il calcio a 5, l’unico figlio (finora) di sua “maestà” il calcio e della signora che di nome fa “strada” e di cognome “necessità”. Si, proprio così, il calcetto si è sempre giocato in strada o nel campetto dell’ oratorio (3 contro 3, 5 contro 5, 15 contro 15), ma non era mai stato istituzionalizzato. Erano altri tempi, era uno dei pochi divertimenti per gli sportivi. Si avvertiva la necessità di continuare a giocare allo sport più bello del mondo, al caldo della palestra, senza sporcarsi, anche se non si era più giovanissimi, come momento di relax e di “scarico” delle tensioni della giornata. Ed ecco il“boom” del calcio a 5.

Le caratteristiche della disciplina

Il calcio a 5 è uno sport indoor e outdoor molto diffuso nel nostro paese.
La prestazione richiede notevoli capacità di tipo tecnico-coordinativo e fisico-motorio necessarie a mantenere il controllo del pallone in situazioni complesse.
Lo sviluppo del gioco, richiede smarcamenti eseguiti in modo corretto, nel tempo e nello spazio, che favoriscono fasi di possesso ritmate, efficaci e spettacolari. La possibilità di entrare in possesso palla con frequenza stimola l’acquisizione di abilità le quali devono essere espresse in regime di massima velocità, in considerazione dei limitati tempi di gioco disponibili e degli spazi ridotti. Il calcetto assume valore propedeutico nei confronti del calcio a 11 per tutte le età dei praticanti.

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Il calcio a 5 a scuola

Il calcio a 5 è un’attività che si gioca durante le ore di scienze motorie, insieme a pallamano, basket, pallavolo, rugby, atletica e tante altre discipline sportive.
L’ingresso del calcetto nella scuola risale agli anni ottanta consentendo uno sviluppo ancora maggiore per la sua diffusione e una regolamentazione del gioco più corretta poiché fino ad allora veniva praticato soltanto in spazi occasionali, come cortili, strade e prati. La pratica scolastica del gioco del calcio a 5 rientra bene nel potenziamento fisiologico, il primo degli obiettivi dei programmi ministeriali per le scuole medie inferiori e superiori.
Il gioco del calcetto è adatto anche a un altro obiettivo dei programmi, la rielaborazione degli schemi motori, aiutando gli alunni nella riappropriazione dello schema corporeo, l’immagine del proprio corpo, modificata a causa delle accresciute dimensioni corporee.

Calcetto per strada

Tutti abbiamo giocato a calcio o calcetto in strada, nel cortile di casa o dell’oratorio, nei campetti dove c’era ancora spazio sufficiente. Oggi sembra che siano passati secoli. C’erano meno divieti, transitavano meno automobili, i vicini o i condomini erano molto più tolleranti se si giocava in cortile. Come si giocava?
Il campo aveva le forme più strane in base allo spazio disponibile: quadrato, rotondo, a trapezio, romboidale. Le porte erano segnate con oggetti occasionali, di solito indumenti che venivano tolti a qualche partecipante, due alberi, la porta di un garage eccetera. Le squadre erano composte da numero imprecisato di partecipanti che variavano anche durante il corso della partita perchè qualcuno veniva richiamato a casa per fare i compiti. Di solito anche le età dei giocatori erano diverse, se da una parte giocava un “grande” due “piccoli” diventavano avversari, cioè il rapporto era uno a due.

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Calcio a 5 al femminile

Partiamo da una verità semplice e apparentemente sconvolgente: universalmente il calcio è oggi lo sport più praticato dalle donne. Siamo di fronte a uno dei trend più clamorosi dell’ultimo ventennio sportivo.
Due bambini che giocano a calcio non destano stupore, sono la cosa più naturale del mondo. Due ragazze che giocano a calcio invece no. L’aspetto è la forte valenza rivoluzionaria ricoperta dal calcio femminile sotto il profilo sociale e simbolico. Ogni donna che gioca a calcio si mette in lotta contro i pregiudizi maschili, in senso duplice:

Il primo è storicamente comune a tutti gli sport nella primissima fase in cui delle ragazze cominciano a diventarne parte attiva: si ritiene erroneamente che la pratica sportiva faccia male alle donne, le allontani dai compiti riproduttivi e familiari, le deformi nell’aspetto fisico, possa provocare malattie, sia un sintomo di tendenze antisociali. Il livello di democraticità del paese è fondamentale, non è un caso che la geografia della pratica del calcio femminile veda al primo posto le nazioni con il più alto indice di parità di genere.

Il secondo pregiudizio riguarda il lato tecnico: la specificità del calcio femminile consiste nel fatto che si gioca con le stesse misure e la stessa strumentazione tecnica di quello maschile. A differenza del basket e del volley la palla, le porte, le aree di gioco sono uguali. Questa perfetta equivalenza destabilizza il tipico senso di superiorità sportiva maschilista.

Il calcio a 5 giovanile

In questa fase evolutiva è fondamentale creare le basi tecniche e tattiche, facendo prendere coscienza al ragazzo che il calcio a 5 è uno sport nel quale deve pensare e agire velocemente. Per fare questo deve percepire, elaborare e decidere nel minor tempo possibile, per eseguire con maggior efficacia il gesto tecnico. Il concetto può essere molto importante per l’allenamento psico-fisico dei giovani e si può applicare a diverse discipline sportive. Per i giovani occorre stimolare in particolare la capacità attentiva (concentrazione). Naturalmente tali esercizi devono essere svolti con gradualità e cautela facendo attenzione al grado di apprendimento dei ragazzi e non per molto tempo, direi massimo di 10-15 minuti a seduta, tenendo presente che tali capacità cognitive si possono esprimere in quattro stadi:

Percezione: è la capacità di acquisire informazioni. In altre parole è la visione del gioco cioè raccogliere più in formazioni possibili utili allo sviluppo della manovra.
Elaborazione: è la capacità di sviluppare le informazioni raccolte, cioè valutare le informazioni dando inizio ad un processo verbale.
Decisione: è la capacità di selezionare le informazioni, quindi decidere mentalmente quale soluzione adottare.
Esecuzione: è la capacità di mettere in pratica la soluzione motoria. Esecuzione del gesto tecnico.

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“CALCETTO PER TUTTI” – Il libro

Si tratta di un manuale che uscirà prossimamente, rivolto a tutti gli allenatori ed appassionati di calcio a 5; spiegherà in modo semplice e fruibile, tramite illustrazioni e spiegazioni semplici, come allenare e giocare a calcio a 5

Per questo motivo può essere utilizzato da chi gioca a livello amatoriale, tra amici, a scuola, in oratorio e perchè no, in cortile. Un manuale così, mai scritto da nessuno per migliorare il modo di allenarsi divertendosi, utilizzabile da grandi e piccoli, maschi e femmine. Acquistarlo e metterlo dentro la borsa dell’allenamento per consultarlo, significa avere un’arma in più per proporre un allenamento più coinvolgente, con nuove idee.