Bizzarrini e Lamborghini: Il ruggito del Toro

Bizzarrini: Il Ruggito del Toro

“CHE MOTORE IL V12 PER LAMBORGHINI!”

Il 26 ottobre 1963, un sabato, per la Lamborghini è stata una giornata storica: in programma le presentazioni della nuova fabbrica, del prototipo della 3500 GT e del motore a 12 cilindri. A Sant’Agata Bolognese era convenuto il mondo intero, in una sorta di festosa sagra paesana, che si è sviluppata tra la fabbrica, non del tutto terminata, e i cortili ancora privi di asfalto.
C’era anche Giotto Bizzarrini, progettista del celebre motore V12 che è alla base delle fortune del marchio del Toro, ma l’ingegnere livornese non deve essersi trattenuto granché a Sant’Agata. Esistono decine di immagini di quella giornata, per lo più dedicate a Ferruccio Lamborghini, l’allora 47enne grande industriale dei trattori, dei bruciatori a nafta e dei condizionatori, che debuttava nel mondo delle supercar. Ferruccio con le autorità, con amici e familiari (tra i quali il 16ennne figlio Tonino) e con i giornalisti dell’auto più importanti del periodo, Giovanni Canestrini e l’ex-pilota Piero Taruffi. Non mancano “scatti” con un Ferruccio dall’espressione entusiasta, sotto braccio all’ingegnere Giampaolo Dallara, all’epoca 26enne e destinato a una carriera memorabile. In un’unica foto compare anche Giotto Bizzarrini: quella pubblicata nella pagina di apertura, che rivela però una tensione non certo tipica di una giornata di festa, evidenziata dalla grinta arcigna di Ferruccio e dall’atteggiamento imbarazzato di Dallara. Si trattava certamente dell’ultima puntata delle “telenovela” messa in atto da Lamborghini al momento della verifica della potenza del motore V12 di 3464 cc, al banco prova.

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Il contratto, studiato da Ferruccio, che amava le scelte un po’ “teatrali”, prevedeva infatti che la cifra concordata per il progetto e l’assistenza in funzione dell’assemblaggio del prototipo (circa 4,5 milioni di lire: poco per lo standard dell’epoca e l’impegno profuso), sarebbe stata pagata solo se il V12 avesse erogato “almeno” 350 cavalli. Nel caso il V12 di Giotto avesse rilevato una potenza inferiore, la “parcella” sarebbe stata ridotta, secondo una scala studiata dallo stesso Ferruccio, che evidentemente puntava su questa ipotesi per pagare meno. La potenza “base” stabilita, equivaleva infatti a 100 Cv per litro di cilindrata, soglia che all’epoca era guardata ancora con rispetto, nel caso di motori per utilizzo stradale.

Pur trattandosi del suo debutto nel settore della progettazione dei motori, Giotto sapeva il fatto suo e al banco quel primo V12 Lamborghini ha denunciato ben 358 Cv, ovviamente a un regime più che rispettabile: 9800 giri/m.

Ferruccio Lamborghini era in generale un uomo brillante e di carattere cordiale, ma negli affari prevaleva il lato “commerciale” della sua mentalità. Deluso per il mancato risparmio, si è attaccato alle caratteristiche del motore, a suo parere troppo “corsaiolo” per una GT stradale. La discussione è degenerata e solo l’intervento di un gruppo di esperti (tecnici della Weber carburatori e della Borgo pistoni), chiamati dallo stesso Lamborghini a giudicare l’operato dell’ingegnere Bizzarrini, ha favorito il rispetto dell’accordo economico. Per decenni però Ferruccio ha continuato ad esprimere quel suo punto di vista, pur consapevole che il riferimento ai 350 Cv era alla base del contratto.

In ogni caso, lo stesso Bizzarrini è intervenuto sulla messa a punto, in seguito proseguita dall’ingegnere Dallara, e non è stato complicato addolcire l’erogazione della potenza di quel motore, successivamente portato a 3929 cc, potente e con fama di notevole robustezza, che ha fatto la fortuna della Lamborghini fino ai primi Anni ’80.

Bizzarrini – L’ultimo costruttore romantico – Il Libro

Giotto Bizzarrini, ingegnere livornese, classe 1926. Nota personale numero uno: nel 1964 ha progettato e realizzato la Bizzarrini Grifo 5300 GT, una supercar ante litteram, costruita in piccola serie, di indescrivibile suggestione e fascino. Basterebbe questo capitolo della sua lunga vita operativa, per farne un saggio esplorativo, ricco di storie incredibili, testimonianze ed emozionanti fotografie. Tutto questo rientra nel volume “Bizzarrini”, che però offre molto di più.
Questo genio della meccanica, dal carattere estroso e genuino, ha infatti legato il suo nome a una infinità di progetti, entrati nella storia. Giotto è il creatore della Ferrari 250 GTO, probabilmente l’auto più celebrata di tutti i tempi.
Lui stesso racconta come è nato il celebre modello, in un reparto “top secret” della Ferrari, aiutato dal meccanico Prampolini e dal lattoniere Agnani.
Dopo cinque anni trascorsi alla Ferrari, ha lavorato da indipendente, sempre con progetti importanti e seducenti. Nell’ordine: motore a 12 cilindri
per la Lamborghini, collaborazione con la Scuderia Serenissima (creazione della “anti-Ferrari GTO”, la celebre berlinetta definita “Breadvan” per la linea insolita), progetti per la Iso Rivolta (gran turismo di livello elevato) e per la ASA (la famosa “Ferrarina”), creazione del marchio “Bizzarrini”, impegnato anche nelle corse ad alto livello. Dopo la chiusura della sua società (tecnico eccellente, non era portato per le questioni economiche, ma questa è una storia nella storia) ha proseguito a lavorare con progetti importanti, fino al 2006.
Il volume (ricco di documenti fotografici ma anche di immagini “attuali”, relative ad auto perfettamente restaurate o conservate) racconta l’intera storia di Giotto Bizzarrini, con le testimonianze di chi ha lavorato con lui.
Un doveroso omaggio a un grande genio italico.

Bizzarrini – L’ultimo costruttore romantico è disponibile
In versione standard e nella Luxury Edition arricchita dal
prestigioso astuccio con stampa a caldo in argento in edizione limitata numerata (300 copie)